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Villa d'epoca con trullo

Palazzina del '700 nel centro
storico di Martina Franca

 
 

 

 

Il territorio

img/ilterritorio1ostuni.jpgOSTUNI
Ostuni, denominata la città bianca, si presenta con un caratteristico agglomerato di case squadrate tutte bianche di calce, come una costruzione di gesso stagliata sul cielo azzurro intenso. Sorge aggrappata sul colle più alto, chiamato il monte di Ostuni, circondato da secolari uliveti.
Il centro storico, conserva intatta la struttura medioevale, un labirinto di stradine, piazzette, di vicoli e di scale fiorite che si diramano in un suggestivo saliscendi. Passeggiando nel borgo domina il colore bianco intenso delle case intervallato ai colori più tenui di nobili edifici e chiese. La sua costa si estende per venti chilometri.
Nella storia, il territorio di Ostuni risulta abitato già nel paleolitico medio, circa 50.000 anni fa, e rimane pressoche’ abitato ininterrottamente fino ai nostri tempi, come testimoniano i numerosi reperti archeologici e gli insediamenti rupestri.
infatti, nel 1991, nella Grotta di Santa Maria di Agnano, a circa 3 km da Ostuni, si realizzò il ritrovamento dello scheletro di una giovane donna (successivamente chiamata “Delia”), con il feto ancora intatto. Per la prima volta, i resti di due consanguinei vissuti in età pleistocenica, sono giunti fino a noi in perfetto stato di conservazione.
Ostuni fu abitata da popolazioni messapiche, e con i Romani prese il nome di Stulnum. Con la caduta dell’impero subì la stessa sorte di molti altri centri, sprofondando in uno dei periodi più bui dell’alto medioevo. Solo con i bizantini, nel X sec., riprese una sua dignità, diventando diocesi sotto il controllo di Bisanzio. Seguì la fortunatissima stagione di dominio normanno fin dal 1071. In quest’epoca verrà eretto sulla sommità della città il castello triangolare con tre torri, da cui proviene lo stemma del Comune di Ostuni.
Fu poi degli Svevi con Enrico VI, grazie al quale Ostuni conobbe un nuovo periodo florido.  Successivamente furono gli Angioini a dominare la piazza per circa due secoli.
Nel 1420, passò a Giovanni Antonio del Balzo Orsini, principe di Taranto, il più potente feudatario del regno.
Più tardi, con la dominazione "Aragonese", inizia un nuovo impulso economico e culturale, ripartono i grandi commerci e l’espansione del nucleo urbano.
Passò poi agli Spagnoli , alla famiglia tiranna dei Zavallos e dopo alterne vicende di cessioni e riscatti entrò a far parte dei beni dei Borboni, dal 1734 all’unità d’Italia.
Nel 1998 è stata eletta “città d’arte” per le sue bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche. (Fonte: primitaly.it)

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L’Oasi naturalistica di Torre Guaceto è formata da un’ Area Marina Protetta e da una Riserva Naturale Statale, estese rispettivamente per circa 600 ettari in mare e 1.200 ettari a terra, entrambe gestite dal WWF; si trova a circa 15 chilometri a nord di Brindisi, nei Comuni di Brindisi e Carovigno.
L’Oasi di Torre Guaceto, memoria delle antiche paludi costiere e importante anche per i ritrovamenti archeologici, è situata lungo il litorale tra la marina di Ostuni e il porto di Brindisi. Una cinquecentesca torre costiera domina il paesaggio; il nome deriva dall’arabo Gaw-Sit e significa luogo dell’acqua dolce.
La riserva tutela una zona umida d’acqua dolce affiancata da macchia mediterranea e separata dal mare da una fascia dunale.
L’area marina si estende tra Penna Grossa e gli scogli di Apani per una lunghezza di circa 5 miglia. Gli specchi d’acqua della zona umida, occupati da vasti canneti a Phragmites australis, sono alimentati da sorgenti d’acqua dolce che giunge dall’entroterra per drenaggio. La barriera dunale, alta fino a 10 metri ed estesa in lunghezza per circa 800, risultato dell’azione millenaria dei venti e del mare, è il regno delle piante pioniere. Nella macchia, estesa soprattutto nella zona settentrionale della riserva, sono presenti il leccio, il pino d’Aleppo, il ginepro, il lentisco, il cisto nelle sue diverse varietà, il mirto, il timo, la scilla, una geofita capace di resistere agli incendi grazie al suo bulbo sotterraneo, ricco di sostanze nutritive. Sugli scogli cresce l’aglio delle isole.
Tra gli animali della macchia vanno citati il tasso, di cui si notano facilmente le tane scavate nelle dune, la donnola e la volpe. Nella zona umida, frequentata da un gran numero di uccelli migratori, nidificano l’airone cinerino, la garzetta, la gallinella di mare e il falco di palude. Il mare, popolato da una ricca fauna, è visitato da delfini e dalla tartaruga Caretta caretta. Talvolta al largo si avvistano gruppi di balenottere.
L’Oasi, aperta tutto l’anno, propone ai visitatori attività guidate: ciclotrekking, escursioni a piedi e, limitatamente al periodo estivo, seawatching effettuato nel corso di immersioni in apnea.
Maggiori informazioni: Consorzio di gestione di Torre Guaceto - Contrada Serranova, 26 - 72012 Carovigno (BR) - Sito web: www.riservaditorreguaceto.it

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Lo Zoo Safari di Fasanolandia si trova a Fasano in provincia di Brindisi. E’ il primo zoo faunistico in Italia e uno dei più importanti in Europa. La sua estensione è di circa 140 ettari e accoglie quasi 200 specie diverse di animali. Questa struttura è stata inaugurata nel 1973 e successivamente è nato anche il parco divertimenti Fasanolandia. Per la visita completa del parco faunistico occorrono dall’una alle tre ore. Al suo interno è possibile vedere il delfinario, il parco delle scimmie , la zona tropicale in cui ci sono rettili e pesci. Con il trenino, chiamato metrozzo, è possibile percorrere le aree destinate ad animali, quali giaguari e orsi. Durante l’anno si organizzano visite didattiche per le scolaresche. Il parco è aperto tutti i giorni da aprile a settembre, mentre nel periodo invernale apre durante i fine settimana e in giorni prestabiliti. Generalemente l’orario di ingresso va dalle 9,30 alle 17.
Maggiori informazioni sono su www.zoosafari.it

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Di notevole interesse artistico il centro storico, di impronta per lo più barocca, dove rimarrete incantati dall’effetto visivo della “Pietra Leccese”, una pietra dorata utilizzata per la costruzione dell’antico centro abitato.
Nella piazza principale della città, Piazza S. Oronzo, vi invitiamo a visitare la Chiesa di Santa Croce, considerata una delle rappresentazioni barocche più importanti di questa terra, e l’anfiteatro romano del II secolo, in ottimo stato di conservazione.
Nei pressi della piazza è ubicata anche la Villa Comunale con i suoi incantevoli giardini.
Per gli appassionati della cultura orientale consigliamo la visita al Museo Missionario Cinese e di Storia naturale, dove si può ammirare la raccolta di avori, bronzi e mobili dell’Oriente.
Degno di visita anche il Museo provinciale “Sigismondo Castromediano”, con reperti archeologici, che coprono un vasto periodo storico, dall’età del bronzo al tardo-impero romano; la maestosa piazza del Duomo, l’ex convento dei Celestini, oggi Palazzo del Governo, eretto nel 1600, con il suo suggestivo cortile ottocentesco e la Chiesa intitolata ai Santi Nicolò e Cataldo del XII secolo, con un bel portale romanico ed un rosone sulla facciata.
Testimonianza della civiltà romana è il Teatro romano del II secolo, di cui restano oggi le gradinate, l’orchestra e la fondazione della scena, mentre simbolo dell’architettura secentesca è la Chiesa di S.Matteo, opera di Achille Carducci.
Infine un interessante sito artistico è la Pinacoteca, dove si conservano affreschi, provenienti dalla scuola napoletana, romana, veneziana nonchè opere di artisti del Salento, avori e ceramiche dei secoli XVII-XVIII.

BRINDISI
La città è ricca di tesori da scoprire e ammirare e sono tutti concentrati nella parte più antica della città (quella posta sul piccolo promontorio).
In Piazza del Duomo troviamo il grandioso Duomo romanico ma con facciata del 1700, che conserva all’interno un prezioso pavimento musivo, l’altare maggiore e il cinquecentesco coro ligneo intarsiato.
Nella piazza anticamente erano poste due colonne romane (oggi, ne rimane solo una integra), che segnavano il punto esatto in cui terminava la Via Appia. Sempre in Piazza del Duomo possiamo ammirare il Portico dei Cavalieri Templari, realizzato nel XIV secolo, che oggi costituisce l’ingresso monumentale del Museo archeologico provinciale Francesco Ribrezzo, dove si conservano tutti i reperti della  terra brindisina, quali il calco della sezione della Colonna Traiana di Roma in cui è raffigurato il porto di Brindisi, vasi apuli del secolo IV a C., ceramiche protocorinzie del VI secolo a C. e alcune statuette fittili rinvenute nelle campagne della città.
Poco distante sorge la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, che venne costruita nel 1600 e fu finanziata dai duchi di Lorena, che fecero apporre il loro stemma sulla porta d’ingresso dell’edificio.
Un altro monumento importantissimo di Brindisi è il castello Svevo, voluto da Federico II e rimaneggiato molte volte nel corso dei secoli. La pianta dell’edificio è trapezoidale e presenta possenti torrioni quadrati.
 
 

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